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Filippo Inzaghi & famiglia

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view post Posted on 21/5/2022, 11:31
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Inter, Tapiro d'oro a Inzaghi: "Ci abbiamo provato fino alla fine, è andata male"
Il tecnico nerazzurro all'inviato di Striscia la notizia sul suo futuro: "Resto certamente"

Tapiro d'oro - il secondo della stagione - per il tecnico dell'Inter Simone Inzaghi, dopo il trionfo del Milan in campionato. "Purtroppo la corsa scudetto è andata male, ma ci abbiamo provato fino alla fine - ha detto Inzaghi all'inviato di Striscia la notizia Valerio Staffelli - I nostri giocatori sono stati bravi e quindi dobbiamo far loro i complimenti", ha ammesso sorridendo. Nessun dubbio sulla sua futura permanenza sulla panchina nerazzurra: "Rimango certamente".
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Edited by _Vale_ - 9/6/2022, 17:59
 
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Filippo da giovane
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Edited by _Vale_ - 27/3/2024, 09:15
 
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Edited by _Vale_ - 21/5/2023, 16:09
 
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Il nipote Tommaso
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Edited by _Vale_ - 9/8/2023, 16:26
 
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Filippo Inzaghi sarà papà per la seconda volta: «Ti aspettiamo con amore, Emilia»
L'allenatore della Reggina e la compagna Angela Robusti aspettano una bimba. L'annuncio nel giorno del primo compleanno del piccolo Edoardo, appena festeggiato

Hanno scelto il giorno del compleanno del piccolo Edoardo, una candelina spenta il 24 ottobre, per annunciare che la loro famiglia sta per crescere: Filippo Inzaghi e Angela Robusti saranno genitori per la seconda volta. In arrivo c'è una bambina, che si chiamerà Emilia.
«Annunciamo con gioia l'arrivo di un fiocchetto rosa nella nostra famiglia», hanno scritto i futuri genitori bis via social pubblicando una serie di immagini scattate dalla fotografa Mega Diana, «Ti aspettiamo tutti con grande amore Emilia! E sei con noi solo da cinque mesi». La festa del primogenito, così, è diventata anche un gender reveal party, che ha visto l'allenatore della Reggina e la compagna più felici che mai.
Tantissimi i messaggi di congratulazioni di amici e fan, che amano molto questa coppia discreta e affiatata. Inzaghi, classe 1973, e la Robusti, wedding planner di origini friulane, 17 anni più giovane, si sono conosciuti nel 2018, quando lui allenava il Venezia, e tra loro è stato subito feeling. Un rapporto cresciuto in fretta e diventato subito importante, fino all'arrivo del primogenito e, ora, all'attesa per Emilia. Un'altra bellissima tappa di vita.
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Edited by _Vale_ - 18/11/2023, 17:59
 
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Inzaghi: «Bergomi mi ha rovinato il Mondiale ’98, mangiava il riso in bianco e non lo digeriva»
Una lunga serie di aneddoti raccontati a Sky: «Giocavamo in mansarda a scartarci con Simone e mi ruppi il quinto metatarso. Pensavo sto sognando»

Pippo Inzaghi, allenatore della Reggina, è stato ospite negli studi di Sport ieri sera per il “Club del calcio”
Tra i tanti temi affrontati, Inzaghi ha iniziato a raccontare alcuni aneddoti del suo passato. Uno è legato a Beppe Bergomi, presente in studio al Club:
«Beppe mi ha rovinato al Mondiale del ’98. Lui mangiava il riso in bianco e non lo digeriva e da quel momento è stato lo stesso per me. Era sempre teso lo ‘Zio’. Quando penso a quei gruppi penso che eravamo qualcosa di eccezionale. Però ho ormai quasi 300 panchine e devo dirti che ho trovato dei ragazzi in gamba, spesso di dice il contrario e sono luoghi comuni. Noi eravamo qualcosa di speciale, quando mangiavamo eravamo sempre i soliti sei o sette che una volta finito restavamo ancora a lungo a tavola a parlare e scherzare. Ora l’unico handicap è che si finisce di mangiare e i ragazzi vanno tutti in camera coi telefonini. Io, però, ancora faccio fare la passeggiata…».
Scherzando poi con il suo vecchio compagno Alessandro Costacurta ha raccontato un episodio legato al famoso match di Champions tra Milan e Ajax del 2003:
«Con l’Ajax dicevo a Billy, che giocava terzino sinistro, di darmi sempre la palla addosso perché il difensore che mi marcava, Pasanen, mi faceva appoggiare e mi potevo girare. Lui, però, faceva un po’ di fatica e non riusciva mai a darmela con quel sinistro…»
Infine ha raccontato di quando col fratello Simone giocava da piccoli con qualche incidente
«Una volta sfidando lui mi ruppi il quinto metatarso. Giocavamo in mansarda a scartarci, io gli feci una mezza finta, rientrai e poi il crac. Giocavo nel Piacenza, così mi misi a letto facendo finta di dormire. Mi dicevo: ‘Sto sognando, non posso essermi rotto un piede in casa!’. Giocavo già negli Allievi o in Primavera, arrivò mia madre e le dissi che probabilmente mi ero rotto un piede. Così feci la lastra e dissi al Piacenza che giocando a piedi nudi in casa con Simone mi ero rotto un piede».
Qui l’intervista quasi completa:
Inzaghi ricorda il suo periodo da allenatore al Milan, nel 2014:
«Non rimpiango il mio anno al Milan. Quell’anno è stato fondamentale per la mia crescita. Fino a gennaio eravamo terzi giocando un calcio non da Milan ma non avevamo nemmeno gli interpreti giusti e si è visto anche negli anni successivi. Venivo dalla primavera ma non c’è stato nessun giocatore che mi ha mancato di rispetto. Ci sono rimasto male per come è finita? Sicuramente perché il Milan è la mia vita, io ci ho provato però da lì ho capito che mi divertivo a fare l’allenatore.»
Inzaghi continua parlando delle esperienze a Venezia e Benevento:
«A me la categoria interessa poco, a Venezia avevo dei giocatori che venivano dalla Serie D che poi hanno giocato in Serie A. Queste missioni mi piacciono ed è stato stimolante convincere i giocatori che con il duro lavoro si può arrivare in Serie A. Anche a Benevento, in Serie A, con una squadra di B ci dovevamo salvare, poi per tante cose che sono successe non ce l’abbiamo fatta. Letizia era vicino alla Nazionale. Per me sono soddisfazioni come quelle che sto avendo a Reggio Calabria.»
Sulla costruzione dal basso, mantra del calcio moderno, Inzaghi la pensa così:
«Per la prima volta in carriera non la sto utilizzando. Sono andato a vedere quanti gol abbiamo fatto giocando così e non ne abbiamo fatto nemmeno uno. Tutti vogliono giocare a calcio ma dipende anche ciò che hai a disposizione. Non vado a fare una cosa se so che non riusciamo a farla bene. »
Inzaghi racconta un aneddoto su Beppe Bergomi ai Mondiali di Francia 98′:
«Mi ha rovinato, mangiava riso in bianco e non lo digeriva e non lo digerivo nemmeno io. A volte ci penso e credo che si formavano dei gruppi eccezionali ed anche oggi si riescono a formare dei gruppi fantastici nonostante i luoghi comuni sui giovani. Finivamo di mangiare alle sette e continuavamo a scherzare a tavola, io ai miei giocatori faccio fare la passeggiata tutti insieme. »
Sulla passione per la Serie C
«Non perdo una partita di Serie C su Sky. Sto sempre su diretta gol quando gioca la C ed ho imparato diverse cose dai miei colleghi in quella serie. Ho questa passione da sempre. Il lunedì venivano con la Gazzetta e mi facevano i nomi dei calciatori di C1 C2, io sapevo in quale squadra giocavano.»
L’aneddoto su Milan Ajax di Champions League:
«Pasanen mi dava sempre modo di appoggiare e quindi dissi a Billy (Costacurta ndr) di scaricare sempre su di me così potevo fare del male alla difesa.»
Inzaghi ricorda ogni esultanza:
«Ho una memoria visiva incredibile, ricordo qualsiasi cosa. Ricordo che a Milan Channel misero delle foto con le mie esultanze e indovinai ogni partita. Mi fecero vedere nove esultanze e io indovinai tutte le partite. E allora mi fecero vedere una decima che era difficile. La guardavo, la guardavo e non ricordavo, a un certo punto dissi: questo non è un gol mio ma di Sheva. Avevano messo un altro gol per vedere se ci cascavo. Era il gol che segnò a Manchester in finale contro la Juve ma che ci annullarono. Io ho una memoria visiva che mi spaventa. Anche adesso da allenatore non riguardo le mie partite perché le so a memoria.»
Costacurta ricorda un gol che prese da Inzaghi contro l’Atalanta:
«È il gol di cui mi vergogno di più. Sai che faceva Pippo? Tu indietreggiavi e lui ti buttava la palla tra i piedi così che rimbalzava e lui, che era velocissimo, ti saltava. Altro non poteva fare perché non era capace a fare i dribbling».
Le botte con Costacurta:
“Mi dava i pugni sulle mani. Dicevo che non mi menava, mentre Maldini mi uccideva”.
I rigori nella finale di Champions contro la Juventus:
“Nel 2003 Sheva si fa male e lì viene l’albero di natale di Ancelotti perché mette Rui Costa e Serginho o Seedorf sotto la punta. Con Sheva ce lo dividevamo abbastanza, poi lasciarne fuori uno era impossibile. In finale avevamo tirato i rigori peggiori. Io avevo fatto finta di essere stirato per non tirarlo. Seedorf pensava di tirarli bene e ha sbagliato. Ha tirato Kaladze, Nesta che ha segnato non si sa come. Serginho e Sheva erano gli unici rigoristi”.
Inzaghi su Cristiano Ronaldo:
«Per noi è dura accettare la fine. Non sai mai cosa ti aspetta dopo e quello che fai ti dà delle emozioni difficilmente replicabili. La cosa più difficile è la gestione. Per fortuna a me hanno fatto smettere perché sarei voluto andare avanti. Certi giocatori dovrebbero capire quando smettere.»
Sulla Nazionale italiana invece Inzaghi punta sulla coppia Raspadori-Immobile
«Di Raspadori mi piace che può fare la prima punta, può fare la seconda, sa giocare per il compagno ma sa anche fare gol. È un giocatore completo e mi piacerebbe vederlo con Immobile, perché secondo me possono giocare insieme. Raspadori da solo può fare forse un po’ fatica. In Nazionale lo potrei pensare in un 4-3-2-1 alle spalle di Immobile, ma Mancini ovviamente non ha bisogno di consigli. Immobile abbiamo visto che da solo fa un po’ più di fatica, ma contro i grandi difensori internazionali è dura»
Quando si fece male giocando col fratello Simone.
«Stavamo giocando in mansarda a scartarci. Feci una mezza finta per spostare il pallone e mi ruppi il metatarso. Poi mi misi a letto cercando di dormire, sperando che fosse stato solo un sogno. Mi vergognavo di dire alla mia società, giocavo già per gli Allievi o forse la Primavera del Piacenza, cosa mi era successo. Ma alla fine lo raccontai. Simone ha sicuramente molte più tensioni di me, allenando una squadra di quel calibro. Quello che ci salva entrambi è la passione per il nostro mestiere. I nostri genitori ci hanno fatto studiare, dandoci ottimi insegnamenti. Siamo una coppia affiatata cresciuta con amore. Oggi c’erano sia lui sia Marotta a vederci contro il Como. Adesso giocheremo contro in amichevole. La sosta? Fermarsi così tanto non è mai successo. Non ho ancora avuto modo di parlare a mio fratello di quest’aspetto, visto che è appena stato a Malta.»
Sul Mondiale 2002:
«Dovevamo giocare Totti, Vieri e io. Invece mi era uscita la rotula perché col Milan ero infortunato e ho giocato perché rischiavamo di uscire dalla Champions. Ancelotti mi disse di giocare il sabato in Primavera per vedere come andava. Gioco il primo tempo e chiesi il cambio a fine primo tempo. Arrivò dentro Ancelotti che mi disse “stai veramente bene”. Provò a convincermi, in quella partita c’era la contestazione della Curva. Contro il Torino a fine primo tempo mi disse di entrare. Entrai in trance e feci un gol in fuorigioco. Poi da lì andammo in Champions, ma la testa mi faceva fare la differenza. Far sentire la fiducia è importante. Poi andai al Mondiale e mi uscì la rotula. Se il non fare gol limita? Quando mi capitava prendevo un ragazzo della primavera non fortissimo, in allenamento, cercando il gol in allenamento. In questo modo mi davo fiducia da solo e da lì mi porto dietro questa cosa».
Il primo gol in finale contro il Liverpool:
«Era uno schema, non ci credono ma era uno schema: ho fatto quattro gol così. Oggi cerco di insegnarlo. Lo feci all’Inter e Toldo si arrabbiò come una bestia, segnai così anche all’Empoli. Tante volte vedo questo gol (contro il Liverpool, ndr). Un po’ me lo sono meritato, perché ci ho sempre creduto. Allora dico: se mi doveva colpire in finale di Champions per la passione che ho, è giusto che mi abbia colpito».
Sull’essere decisivo come attaccante:
«Ho detto prima che un attaccante può fare tanti gol, ma se poi non decidi le partite… Io ho avuto fortuna di fare gol nelle finali e Galliani lo dice sempre “perché non lo ricorda nessuno?’” Gol ad Atene, a Yokohama e Montecarlo nello stesso anno. Questa è stata una cosa che mi ha dato fame e voglia di dimostrare che qualcuno sbagliava. Capisco che ad esteti potevo non piacere, però tutti quei gol davano quasi fastidio perché ero io a farli. La critica non è mai stata benevola nei miei confronti. Capisco che non ero Ronaldinho, Del Piero o Totti, avevo un altro modo di giocare. Quello che ho fatto l’ho fatto perché ce l’ho messa tutta e io cerco di trasmettere questa passione ai miei ragazzi».
Su Ancelotti:
«Io vorrei avere la sua serenità. O la serenità di Benitez che è seduto in panchina in finale di Champions. Io faccio duemila chilometri in panchina. Ancelotti era un gestore incredibile, non alzava mai la voce anche se a volte faceva delle scelte. Spesso mi dava la casacca da panchinaro per non dire a Seedorf che non giocava. Mi diceva: “Pippo, domani giochi tu ma ora ti do la casacca della riserva sennò Seedorf rompe”. Se Seedorf avesse scoperto di non essere titolare, gli avrebbe rotto le scatole per 24 ore.»
Sulla sostituzione di Rivas con la Reggina:
«Pensava che lo avessi tolto per i tacchetti, ma in realtà in quel momento non dovevo prendere gol. Mi interessa cercare il meglio, avevo Menez, Canotto e Rivas, anche Hernani. Dovevo toglierne uno, Hernani mi dava fisicità. Quindi con Rivas alla fine ci siamo abbracciati, anche perché lui piangeva e ho cercato di rincuorarlo. Ho un gruppo fantastico, dico che sono fin troppo bravi. Sono dei ragazzi eccezionali e sono contento di quello che stanno facendo».


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Inzaghi: "Inter, possiamo risalire. Ma bisogna fare di più"
A Italia 1 il tecnico nerazzurro fa il bilancio della prima parte di stagione: “Il Napoli ha fatto qualcosa che nessuno in Europa è riuscito a fare, amplificando anche gli errori delle altre”

A dieci giorni dalla sfida di San Siro contro il Napoli, Simone Inzaghi fa un bel regalo agli interisti: la promessa di un’Inter che lotterà per lo scudetto, con la consapevolezza che c’è da mettere una marcia in più. In un’anticipazione dell’intervista concessa a Italia 1 per lo speciale “I re del calcio” e che andrà in onda integrale il 29 dicembre, il tecnico nerazzurro ha caricato i suoi: “Se credo alla rimonta? Assolutamente sì”. E poi ha spiegato.
“Per tutti noi allenatori - le parole di Inzaghi - questa pausa lunghissima è una novità assoluta. Il Napoli fin qui ha fatto qualcosa di straordinario, che ha amplificato ancora di più gli errori fatti dalle altre squadre, a partire dall’Inter. Un anno fa la classifica era più corta, eravamo tutte nel giro di tre punti. Ora il distacco si è ampliato, quello che ha fatto la squadra di Spalletti è qualcosa che in Europa nessuno è stato capace di fare, bisogna farle i compplimenti. Noi, come le altre, sappiamo che quello che abbiamo fatto finora non basta”
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Il nipote Tommaso con la fidanzata


Edited by _Vale_ - 24/3/2024, 18:02
 
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Emilia è nata lo scorso 20 marzo
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Edited by _Vale_ - 14/8/2023, 18:11
 
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i nipoti
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Pippo Inzaghi: “Notai Angela Robusti perché beveva acqua a una festa, ci sposeremo a giugno”
Pippo Inzaghi racconta l’amore per Angela Robusti, sua compagna, futura moglie e madre dei suoi due figli. Un legame nato nel 2018, all’epoca in cui la donna era appena uscita dall’esperienza a Uomini e Donne. “La notai perché era la sola a bere acqua a una festa”, racconta il calciatore.

Un amore che dura da quasi sei anni, due figli e le nozze ormai alle porte. Pippo Inzaghi racconta il legame con Angela Robusti, sua compagna dal 2018 che sposerà il 24 giugno 2024. Intervistato dal Corriere, il calciatore ricorda le prime battute di quell’amore che sarebbe rapidamente diventato importante. Laureata in architettura e oggi organizzatrice di eventi, Angela era appena uscita dalla sua esperienza a Uomini e Donne quando incontrò l’uomo che sarebbe diventato il compagno della sua vita.
“Un caso”, così Inzaghi definisce il primo incontro con Angela, avvenuto all’epoca in cui allenava a Venezia, “Quando ero lì non uscivo mai e, se uscivo, indossavo la tuta. Quella sera non so come andai a una festa. La notai non solo perché è bellissima, ma anche perché era l’unica, insieme a me, ad avere in mano un bicchiere d’acqua. Dopo qualche settimana, venne a stare da me. Dopo due figli e una convivenza ormai rodata, ci sposeremo”. Angela e Filippo sono genitori di due figli: Edoardo, nato il 24 ottobre 2021, ed Emilia, nata il 21 marzo 2023.
Prima di Angela, la donna diventata la compagna di vita di Pippo Inzaghi, il cuore dell’ex calciatore del Milan ha battuto a lungo per Alessia Ventura, modella e showgirl oggi legata a Gabriele Schembari, dal quale ha avuto un figlio. “Storie importanti? Quella con Alessia Ventura, durata tre anni. Oggi lei ha una sua famiglia, abbiamo un bellissimo rapporto di amicizia”, ricorda ancora Inzaghi che incontrò Angela anni dopo la fine della sua storia con Ventura. Sul sogno erotico da ragazzino, però, il campione non ha dubbi: “Monica Bellucci. Che dire, mi sono sempre piaciute le more e poi mi sono innamorato di una bionda che sto per sposare: ci sarà qualcosa di freudiano”.
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Pippo Inzaghi: “Mai un litigio con Simone, per me rappresenta tutto. Dopo ogni partita…”
"La verità è che adesso lui è quello famoso e per strada capita che mi chiamino Simone", ammette l'ex attaccante di Juventus e Milan

Nel corso di un'ampia intervista concessa al Corriere della Sera, Pippo Inzaghi, allenatore della Salernitana, ha parlato così del suo rapporto con Simone.
Che cosa rappresenta per lei «il Mone», Simone Inzaghi, il fratello di appena due anni più giovane eppure così simile a lei?
«Potrei risponderle “tutto”. Sa che non abbiamo mai litigato? Cosa rarissima tra fratelli. Ogni volta che uno dei due finisce una partita, la prima telefonata è per l’altro».
Vi somigliate moltissimo.
«La verità è che adesso lui è quello famoso e per strada capita che mi chiamino Simone. Non può che farmi piacere, anche perché so bene che cosa vuol dire allenare una squadra a grandi livelli» (attualmente Simone allena l’Inter, ndr).
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